Anila di Aminos - Acquisto Licenza Evocativa lv. I

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    In quanto staffer, creo un post autoconclusivo.

    La sala dove si trovava il Capitano era appena più illuminata delle altre.
    Entrandovi, la ragazza percepì subito che quel posto non era stato progettato per accogliere civili, ma era stato riadattato con quello scopo. Il fatto che quella stanza avesse delle tendine - peraltro sporche - non ne cambiava minimamente l'atmosfera.
    Anila era rimasta in attesa per quasi un'ora prima di entrare. Se, all'inizio, quel luogo le aveva messo timore, in quel momento non le importava affatto. Anzi, se le avessero chiesto un parere, lo avrebbe definito grottesco - quello che si vedeva sulla toppa della tenda era la parte alta di un cuore o un culo rovesciato?
    "Buongiorno."
    Il Capitano grugnì qualcosa e le indicò uno sgabello. Il tavolo, su cui aveva lo sguardo fisso, era pieno di pergamene. La maga fece come le aveva detto e si sedette. Dopodiché rimase in silenzio, ad aspettare che il Capitano finisse i suoi lavori.

    Quando l'uomo alzò la testa, Anila si meravigliò dell'azzurro intenso che colorava le iridi. Avendone visto solo la spazzola brizzolata, si aspettava di trovare occhi scuri. Invece no.
    "Dimmi."
    "Vorrei acquistare una licenza evocativa."
    Il Capitano si grattò il mento. "E per quale motivo ne vorresti una?"
    "Per viaggiare senza preoccuparmi troppo del bagaglio. Ultimamente si fa sempre più pesante."
    Era la pura verità. Durante l'ultimo viaggio aveva provato l'ebbrezza di uno zaino da trenta chili, e aveva deciso che non avrebbe fatto mai più una cosa del genere.
    L'uomo la squadrò meglio e soppesò la risposta, chiaramente incerto. Diffidava: dopotutto, dentro un baule poteva starci qualunque cosa, un cadavere compreso.
    Anche se questa l'aria dell'assassina proprio non ce l'ha, si disse. Così, per accertamento, domandò: "Viaggi tanto?"
    "Non quanto vorrei. Però, anche così, non posso assumere qualcuno che porti i bagagli per me. Se avessi quella licenza, potrei avere sotto mano più cose senza caricarmele sulla schiena."
    Il Capitano non era del tutto convinto, tuttavia allungò una mano.
    "Bene, dammi i tuoi documenti."
    Anila annuì. Poggiò la tracolla sulle ginocchia e cominciò a rovistarvi dentro - ma dove accidenti erano finiti? Eppure non era una borsa senza fondo... - e, infine, glieli porse. Erano due piccole pergamene chiuse da un nastro colorato.
    L'uomo sembrò tracciare una riga per aria, alla sua destra. L'aria s'increspò, poi l'uomo v'infilò un braccio dentro. Quando lo ritirò fuori, aveva in mano una pergamena dagli angoli argentati.
    Tre minuti dopo la ragazza mise piede fuori dalla caserma. Nella tracolla, assieme alle due pergamene, adesso c'era anche la licenza evocatrice.
     
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