Allontanarsi da casa

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  1. Vespertilium
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    *Ci siamo*, pensò Desisto, *La stagione è quella giusta e io sono pronto*.

    In piedi, al limitare della foresta, Desisto guardava il cielo. Aveva speso molto tempo a meditare, tempo rubato ai suoi genitori, ai suoi compiti quotidiani, tanto da risultare strano agli occhi di sua mamma. Aveva pensato a lungo e aveva ormai deciso: lui voleva vedere il mondo al di là di casa sua, vedere chi altri abitava intorno a loro, conoscere persone, capire se gli altri vivevano in modo diverso. Era stanco di vivere in tondo: sempre alla stessa distanza da casa.
    Ovviamente i suoi genitori non l'avevano capito subito. Appunto, solo sua madre si era preoccupata dopo un po': non era l'atteggiamento solito che aveva Desisto. Quando trovò il coraggio di parlarne con loro non volevano ascoltarlo. Non si poteva disgregare la famiglia. Lui rimase confuso per parecchi giorni, e alla fine prese la sua decisione, la più ovvia: se ne sarebbe andato senza dire niente.

    Per questo si ritrovò di notte, in piedi, al limitare della foresta, guardando il cielo e le stelle che lo riempivano.
    Assicurò la daga alla cintola stringendo appena il laccio, si passò le mani sulla casacca.
    Mosse il primo passo, il più difficile, verso nord. Voleva scoprire tutto di quella terra per cui cominciò dal nord.
    Camminò per buona parte della notte finché non fu talmente stanco e lontano da casa da non poter far altro che sedersi e riposare.

    La mattina successiva, appena sveglio, si guardò attorno e respirò a fondo. Era sicuramente in terra straniera. L'aria, il suo elemento, non poteva mentirgli: non era più a casa.
    Con un certo brivido continuò la sua marcia. Chissà quando avrebbe scoperto qualcosa di nuovo.
     
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    Gale era un tipo piuttosto mattiniero. Lo era sempre stato: non amava svegliarsi di soprassalto, ma gli piaceva aprire gli occhi ai primi raggi di sole. Era convinto che l'energia che si poteva trarre in quei momenti dalla natura circostante fosse incomparabile con quella che si poteva percepire nel resto della giornata. Dunque gli piaceva pensare di potersi appropriare di un po' di quell'energia meditando.
    Era proprio ciò che stava facendo in quella radura dispersa sui monti della Dorsale Nevischio. Seduto in mezzo all'erba umida, con le gambe incrociate e gli avambracci poggiati sulle ginocchia, lasciava che il gramarye della terra si mischiasse al suo e lo attraversasse come un fiume placido. Mentre si lasciava cullare da quella piacevole sensazione la mente si faceva sempre più leggera, lontana dai problemi di tutti i giorni.
    Quella mattina, poi, si era svegliato con l'idea che sarebbe successo qualcosa. Cosa ancora non lo sapeva, ma aveva sentito distintamente quella specie di brivido attraversarlo lungo tutta la schiena. Dunque, oltre a meditare, attendeva in silenzio.
     
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  3. Vespertilium
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    Ma mano che procedeva nel suo pellegrinaggio, Desisto sentiva il peso del "tradimento" fatto ai suoi genitori. Ancora poche ore e loro se ne sarebbero accorti e, in qualche modo, sarebbero riusciti a raggiungerlo; pertanto, più strada metteva tra loro e lui, meglio era.
    Il sentiero, vagamente accennato, puntava in alto: era già da un po' di tempo che la strada andava in leggera salita. Desisto non sapeva se avrebbe dovuto valicare la montagna: probabilmente non era nemmeno attrezzato per un'evenienza simile; al momento si ostinava a seguire la sua via, spinto forse più dalla sua scelta che da una vera voglia di fare fatica.

    Dopo un bel pezzo in salita si aprì una radura: sembrava che anche la montagna volesse prendersi una pausa da quella scalata verso il cielo.
    Fu allora che vide una presenza diversa dal solito. D'istinto ebbe paura: non era abituato a nuove conoscenze né, tantomeno, a fare il primo passo per una nuova conversazione.

    Si limitò quindi a mimetizzarsi nell'ambiente osservando il personaggio. Dalla sua inesperienza pensava bastasse rimanere fermi, accovacciati, per non essere notati o percepiti.
     
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    Gale, si prese il tempo di centellinare la variazione del gramarye che arrivò dal flusso del terreno. Inizialmente pensò che si trattasse di un animale a causa della distanza e della precauzione che stava dimostrando; poi riconobbe che il gramarye era differente da quello della maggior parte degli animali del bosco e, allora, si chiese se non avesse a che fare con una persona.
    Interruppe la meditazione e aprì gli occhi. Scrutò velocemente la radura e poi domandò: "Chi c'è?"
    Non fu per nulla prudente, ma gli parve la cosa migliore da fare.
     
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  5. Vespertilium
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    La calma e, parimenti, la certezza con cui il figuro si rivolse a lui, lo presero alla sprovvista. Desisto non era certo abituato a cose del genere. E non era nemmeno abituato a mentire.
    Per cui si alzò e, molto educatamente, si avvicinò di qualche passo, in modo da essere di fronte a chi gli parlava.

    *Sono io. Desisto Inbal. Elfo di Suna Setsu in... in esplorazione solitaria*, disse un po' titubante.

    A ben pensare: cosa avrebbe dovuto rispondere? Non doveva giustificarsi, non erano certo zone proibite quelle su cui stava camminando. Ma l'idea stessa di star facendo qualcosa di contro le regole (per lo meno quelle dei suoi genitori), l'aveva messo sul "chi va là" e in tensione. Poi prese un po' di coraggio e domandò a sua volta

    *E lì... chi c'è?*
     
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    Gale rimase sorpreso dall'incertezza dimostrata da Desisto. Se ripensava alla pasta di cui erano fatti gli sconosciuti che l'avevano salvato a Dam Thukur, costui gli parve in qualche modo una contraddizione. La voce tradiva un'età matura; mentre l'atteggiamento appariva molto più adolescenziale.
    E sì che è un elfo... si disse.
    Gale non nutriva pregiudizi razziali verso nessuno, però aveva sentito dire che gli elfi erano dei tipi particolari. Gli era stato detto che i più conservatori sapevano essere durissimi con chi non aveva sangue elfico, in particolar modo verso i mezzelfi. Ma lui era un tritone, quindi doveva preoccuparsi solo relativamente.
    In ogni caso, l'altro non gli parve una minaccia. Rilassò il tono e replicò: "Il mio nome è Gale Ekewaka. Sono un mago di Terra proveniente da Sungai e...sì, beh, sono anch'io in esplorazione."
     
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  7. Vespertilium
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    Desisto non si aspettava proprio quel genere di reazione.
    Aveva sempre creduto che il fatto che con i suoi si muovesse così di rado fosse per via delle altre razze. Si era convinto, insomma, che fossero tutti scontrosi. Per cui, appena sentita la risposta di Gale, dovette ricredersi.
    Tuttavia, per quel che lo riguardava, non sapeva bene come si sarebbe evoluta la cosa. Doveva fare domande? Doveva proseguire? Doveva rispondere cortesemente?

    Si avvicinò un poco a Gale. Si muoveva con circospezione, come se da un momento all'altro Gale potesse saltargli addosso.

    *E... di che tipo di esplorazioni ti occupi? Io sto andando verso nord. Voglio trovare il mare*, disse infine Desisto, quasi a confermare a se stesso le proprie intenzioni.
     
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    Hai pensato ad una parte particolare di Dorsalis in cui ambientare la ruolata?


    "Dicono che le coste dorse siano tra le più belle di Pangea, per cui il mare è senza dubbio un'ottima scelta." replicò il mago, mostrando un sorriso sincero e pacato. "Non ho avuto modo di vederle...a dire il vero non ho mai visitato questo regno. Sono in esplorazione per conoscerlo un po' meglio."
    Poi, in uno slancio confidenziale, aggiunse: "Puoi avvicinarti; non mordo e non faccio riti strani. Stavo ascoltando il flusso della terra. Possiamo parlare anche in maniera più comoda, se ti va."
     
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  9. Vespertilium
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    I modi gentili e l'affabilità di Gale misero Desisto a proprio agio. Sentiva che poteva "andare tranquillo" con lui.
    Per cui, come suggeritogli, gli si avvicinò. E decise anche di sedersi accanto a lui.

    *... flusso della terra*, ripeté Desisto, *... io ho un legame con l'aria invece*.

    La conversazione aveva un che di metafisico. E Desisto non sapeva bene come destreggiarsi in quelle convenzioni sociali. Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi, mettendosi in sintonia con Gale. Lasciò passare qualche manciata di secondi in silenzio.

    *E se andassimo in avanscoperta assieme?*, suggerì Desisto. E si stupì di se stesso per quella proposta. In fondo l'aveva appena incontrato. Ma forse era la strada giusta da percorrere per cambiare il proprio stile di vita.

    A dire il vero no, visto che il PG non è pratico...
     
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    Direi che, viste le provenienze dei due personaggi, potremmo essere ancora vicini al confine tra Suna Setsu e Dorsalis, a sud di Opalia (link alla mappa)...


    Il mago soppesò la proposta.
    Desisto non corrispondeva a nessuna categoria di minaccia che gli venisse in mente, nemmeno la più indiretta. Nemmeno il più falso dei bugiardi avrebbe mentito con tanta naturalezza, quindi decise di fidarsi.
    "In due abbiamo sicuramente più possibilità di difenderci meglio." riconobbe. "Non vedo perché dovremmo viaggiare da soli." e mostrò un sorriso sincero.
    Poi, a disturbare il clima pacato, intervenne il suo stomaco, che brontolò sonoramente. Il titone provvide a coprirsi la pancia con una mano, imbarazzato.
    "Ah, scusa..." ridacchiò nervosamente. "Devo fare colazione. Tu hai già mangiato?"
     
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  11. Vespertilium
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    Ci sto

    La conversazione con il tritone aveva preso una buona piega e Desisto annotò mentalmente quel tipo di approccio. Forse se si fosse comportato sempre così, sarebbe stato più facile farsi degli amici.
    Sorrise di rimando quando Gale accettò la sua proposta.
    Poi un rumore sordo scosse l'aria. Desisto si agitò. Era un rumore noto, qualcosa che si sente spesso, ma, così, all'improvviso, lo rese nervoso.

    Quando, tuttavia, si accorse che era solamente lo stomaco di Gale, rise.
    *Direi che qualcuno abbia fame*, disse sempre ridendo.
    *Ora che ci penso... anche io devo ancora mangiare*, continuò Desisto, preoccupato.

    Quand'era stata l'ultima volta che aveva mangiato? La sera prima? Il pomeriggio? Non ricordava con precisione. Era stato così preso dai preparativi nascosti per la partenza che aveva dimenticato ogni altra cosa.

    *Cerchiamo qualche bacca?*, propose Desisto. Non sapeva di preciso come si sarebbero procurati del cibo.
     
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    Gale mostrò un sorriso tirato alla battuta dell'elfo. Poi l'osservò farsi pensieroso - perfino preoccupato - per la sua dimenticanza nel mangiare.
    Il mago si chiese se agli elfi brontolasse mai la pancia, o se il nutrirsi non fosse concepito come bisogno fisiologico dal loro organismo.
    Ad ogni modo si guardò bene dall'esternare i suoi dubbi e, alla domanda, rispose con un cenno affermativo.
    "C'è una radura, qualche minuto verso est. C'è l'acqua di una polla e ci sono dei grossi cespugli di rovi. Se ti piacciono le more, la colazione è servita." disse affabilmente.
    Dopodiché si rimise in piedi e tese una mano a Desisto, per aiutarlo a rialzarsi.
    "Ti vanno? Altrimenti potremmo cercare dell'altro. Forse potremmo trovare dei mirtilli, o qualche frutto..."
     
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  13. Vespertilium
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    Desisto accetò di buon grado l'aiuto di Gale nell'alzarsi.
    *La polla d'acqua e le more andranno benissimo*, decretò.

    Il problema veniva ora. Avevano del tempo da passare camminando. Di cosa avrebbero parlato? Lui non era un grande oratore ma moriva dalla voglia di fare domande. Allo stesso tempo si chiedeva se fosse o no opportuno fare un sacco di domande.

    *Ci incamminiamo da questa parte?*, chiese. Era una domanda che non prevedeva una risposta visto che era chiaro ad entrambi dove dovevano andare
    *Mi chiedevo... visto che sei partito in esplorazione... ecco, da dove sei partito? Da quanto sei via di casa?*, voleva in qualche modo capire se era un po' come lui, lontano da casa, da quanto, se gli mancava... capire come si sarebbe sentito lui dopo qualche giorno.

    Com'è naturale in questi casi, cercò di uniformare il suo passo a quello del tritone. Voleva dargli l'impressione di assecondarlo, di essergli da spalla. Lo guardava spesso, anche.
     
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    "Vengo da Sungai." ripeté Gale. "E' una città mirrena, nel sud della palude." aggiunse poi, ignorando se Desisto conoscesse o meno la disposizione delle città nel regno nordico.
    "Ho accettato un lavoro un mese fa, più o meno. Sono arrivato a Opalia e poi, da lì, ho preso un cavallo fino al villaggio di Tcho'hok. E' un posto a una settimana da qui, camminando verso nordest; sperduto ma grazioso. Poi, a lavoro finito, sono rimasto in zona. Mi hanno consigliato di visitare questo fronte della dorsale, così eccomi qui." riassunse. "E tu?"
     
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  15. Vespertilium
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    Desisto si beveva ogni parola di Gale. Era così interessante e variegato quello che aveva da dire! Esisteva un mondo in movimento, un mondo che si evolveva, cambiava e viaggiava.
    Cominciò a provare un po' di rabbia nei confronti dei suoi genitori, vissuti (e ancora tali) in una sorta di immobilismo, dettato dalla completa devozione alla natura e agli elementi. Certo, una cosa importante, ma lui, Desisto, cercava di pù, aveva un brivido dentro, sentiva l'impulso di andare oltre i confini, oltre le solite regole.

    Un lavoro. A questo non aveva minimamente pensato. Mangiare poteva essere anche facile. Ma dormire sempre all'aperto no. Nonostante la sua voglia di viaggiare, di muoversi, doveva ammettere che serviva una "base", un "covo". Un posto da chiamare casa.

    *Io? Io...*, era incerto se rivelargli tutto o stare sul vago, ma, del resto, Gale sembrava onesto, uno che avrebbe capito, *... io sono scappato di casa perché volevo vedere il mondo. Ho viaggiato tutta la notte... ed è la prima volta che mi avventuro così lontano da dove ho sempre abitato*. Poi, per non lasciare troppo silenzio imbarazzante, aggiunse: *Di cosa ti occupi? Insomma, che lavoro svolgi?*
     
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16 replies since 18/7/2012, 21:41   151 views
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