Ritorno dall'oblio. Vana esistenza

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    Omae wa mo shindeiru ~ ~ ~ Trasforma la tua tristezza in forza.

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    Era circa il mezzodì, il sole picchiava forte sopra la foresta, ii raggi erano in parte filtrati dalle grandi chiome degli alberi, che offrivano un fresco riparo dall'astro implacabile.
    Kazuki si fermò dopo una lunga camminata, e si sedette ai piedi di uno di questi alberi, trovando conforto sotto la sua ombra. Era da molto tempo che non si faceva vedere in giro, l'Organizzazione lo stava sempre braccando, e anche se quel posto era assai lontano dalla sua terra natia, il ragazzo sapeva che prima o poi avrebbe pagato il suo gesto di ribellione. Era solo questione di tempo, lo avrebbero trovato, nessuno sfuggiva alla loro vendetta.
    Chiuse un attimo gli occhi, cerando di ritrovare la tranquillità persa. Il pensiero andò a quella ragazza, Hofelya, che aveva incontrato tempo addietro al mercato, con cui aveva parlato alla locanda. Chissà ora cosa stava facendo, e dove si trovava... Anche lei era sulle tracce dell'Organizzazione, ma Kazuki sapeva che rischiava in ogni momento la vita, quelli non erano tipi con cui si poteva scherzare, e Kazuki ne era la prova vivente.
    Il sole non dava segni di cedimento, o di stanchezza, e neanche una nuvola osava ostacolarlo. Kazuki sbuffò, un po' per la stizza, un po' per cercare di espellere con il getto d'aria parte del calore in eccesso che aveva in corpo. Faceva molto caldo, e il giovane cominciava a sentire le prime goccioline di sudore scendergli dalla fronte.
    Si sistemò meglio, semi-sdraiato con la schiena poggiata al tronco dell'albero, e chiuse di nuovo gli occhi, rilassandosi.
     
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    Natsumi aveva cercato riparo nel bosco per scappare da suo fratello. Era ossessionato dagli allenamenti, e non aveva ancora capito che non tutti riuscivano a reggere il carico di lavoro che lui imponeva.
    Mentre camminava s'imbatté in Kazuki. Vederlo seduto a terra in quel modo scomposto le fece venire in mente due alternative: che fosse un poveraccio che era stato assalito da qualcuno; o che fosse una trappola.
    Non si mosse dalla sua posizione, e per sicurezza portò una mano sull'elsa della spada.
    "Ehi, sei vivo?"
     
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    Aveva chiuso gli occhi, e quando sentì una voce vicino a sè prima di aprirli si diede dello stupido, stupido perchè aveva abbassato la guardia, che aveva permesso a qualcuno di avvicinarsi senza che se ne rendesse conto. Ah... era davvero caduto così in basso?
    Se fosse stato un nemico, o perfino un membro dell'Organizzazione, era giusto che venisse ucciso, per la sua negligenza.
    Aprì lentamente gli occhi, almeno per vedere in faccia chi gli avrebbe tolto la vita. Vide però una giovane donna, che con fare sospetto lo stava osservando, una mano appoggiata alla sua spada. Gli chiese se era vivo. Ma che razza di domanda era?! Certo che lo era! Però... a pensarci bene forse la sua posizione poteva sembrare ambigua. Be', in ogni caso il fatto che avesse aperto gli occhi era un chiaro segno che ancora la vita scorreva in lui. Chissà per quanto tempo ancora...
    Si riscosse da quei brutti pensieri, facendo un bel respiro, e stiracchiandosi un po'.
    -Ci conosciamo, forse?- disse alla giovane.
    L'educazione non era certo il suo forte, ma d'altronde per la vita che conduceva più era freddo e distaccato e più avrebbe conservato la pellaccia.
    Nel dire ciò si mise un po' più composto, seduto in posizione eretta. Anche lui accarezzò l'elsa della sua katana nera. Fidarsi è bene, ma...
    Il suo sharingan prese a scrutarla attentamente, incuriosito da quella donna sbucata tutto a un tratto.
     
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    "No, non credo proprio." rispose Natsumi.
    Mano sulla spada. Oh oh.
    "Sembri uno che è appena stato aggredito. Tutto a posto?" andò avanti, lasciando l'educazione in un cassetto. Ma non credeva affatto che fosse il momento giusto per presentarsi.
     
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    L'intenzione di Illias sarebbe stata quella di uscire al più presto da quel bosco, ma avendo perso l'orientamento dopo il sorgere del sole, si era trovato a girovagare in modo confuso. Finchè in lontananza non gli parve di scorgere delle voci...
     
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    La giovane donna negò un precedente incontro, e invece gli chiese se stesse bene, se era tutto a posto. Oh, ma certamente, se non fosse che era braccato a vita da persone senza scrupoli che volevano farlo fuori o riportarlo da dove era venuto, in modo da farlo con alma soffrire prima di ucciderlo. Sì sì, tutto ok.
    Scusa, non volevo spaventarti. Come vedi, mi sto solo riposando, e mi sono messo al riparo dal solo cocente sotto questo albero che gentilmente mi ha offerto la sua ombra come punto di riposo, rispose Kazuki, continuando a tenere la mano sulla katana.
    Dato che la ragazza sembrava parlare senza peli sulla lingua, Kazuki si sentì di poter esprimere i suoi pensieri.
    Vedo che stai tenendo la mano sulla tua arma, il che è strano, dato che sei stata tu a svegliarmi, quindi dovrei essere solo io a tenerla sull'elsa. Non ti preoccupare, non ti faccio nulla, disse, e per confermare le sue parole, appoggiò la katana accanto a sè, scostando poi la mano.
    Stava per aggiungere qualcos'altro, ma avvertì un'altra presenza. Strano, non vedeva nessuno, che sia stata solo la sua immaginazione sentire il rumore di rametti spezzati?
     
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    "Sai com'è, poteva essere un agguato. Non saresti stato il primo a usare quel trucco." rispose Natsumi, togliendo a sua volta la mano dall'elsa. "Mi spiace di averti rovinato il sonnellino." e si strinse appena nelle spalle.
     
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    Illias si diresse nella direzione dalla quale gli era parso che provenissero le voci. Non poteva vedere ancora le persone che parlavano, ma sentì distintamente le loro parole. Quindi si erano appena incontrati... Il pirata però rimase fermo indeciso sul cosa fare.
     
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    Anche la ragazza tolse la mano dalla sua spada, e Kazuki si sentì un po' più tranquillo. Ora sembrava più calma, tanto che sei scusò con lui per averlo svegliato, facendo sorridere leggermente il ragazzo.
    Non ti preoccupare. Anzi, sono stato imprudente io a non accorgermi prima del tuo arrivo. Mi sono fatto sorprendere come un principiante, rispose Kazuki guardandosi un po' intorno. Era ancora giorno, doveva essersi addormentato solo da pochi minuti.
    Stai andando in qualche posto in particolare, oppure sei qui solo per diletto?, le chiese poi, continando a guardarsi intorno, come se stesse cercando qualcosa, o qualcuno...
    Il rumore di passi si era interrotto, quindi qualcuno si era accorto della loro presenza, e ora forse li stava osservando. Kazuki, dopo un attimo di titubanza, decise di fare quello che gli avevano insegnato a non fare mai, rivelare la posizione a qualcuno che per giunta non vedeva, un azzardo pericoloso.
    Sei qui da qualche parte, lo so. Che dici, ti va di farti vedere?
     
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    Chi ha sentito?
    Natsumi rimise velocemente mano alla spada. Chiunque fosse, meglio non farsi cogliere impreparati.
    Negli istanti che seguirono squadrò il bosco attorno a loro, alla ricerca di qualunque cosa fuori posto. Non vide nulla e maledì il fato.
     
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    Mi ha sentito? Certo che questo bosco è proprio affollato... bhe non ho scelta.

    Poggiando la mano sull'elsa della spada si fece avanti nella boscaglia fino ascorgere prima una giovane cacciatrice e poi un ragazzo.
    -Scusatemi ho sentito le vostre voci da lontano, non volevo nè spaventarvi nè interrompervi.-
     
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    Il tipo misterioso si era deciso a farsi avanti. Anche lui aveva messo mano alla spada, come pure la ragazza che aveva di fronte.
    Non preoccuparti, non sei di disturbo, lo rassicurò Kazuki con un cenno della mano.
    Non sembravano tipi aggressivi, però avevano timore l'uno dell'altro, e anche di Kazuki. Si sentiva nell'aria un leggera tensione. Così, per fare da mediatore, Kazuki decise che una bella stretta di mano era l'ideale.
    Porse la mano prima a uno a poi all'altra, con gentilezza, forse troppa per il suo carattere...
     
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    Natsumi strinse la mano del moro.
    "Natsumi Hinata." disse.
     
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    - Illias Shayn, piacere- rispose il pirata levando la mano dall'elsa, ma rimanedo vigile.
     
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    Piacere, Kazuki Uchiha, rispose il ragazzo.
    La ragazza, Natsumi, gli strinse la mano, mentre Illias preferì rimanere a distanza. Il medium fece un mezzo sorriso. Perchè c'era sempre qualcuno che lo guardava con sguardo sospetto? Ah, già, non aveva l'aria di un tipo tranquillo.
    Non aveva funzionato, non ancora del tutto. L'aveva raggiunto solo in parte, e non era ancora soddisfatto. Non che fosse una cosa di grande importanza, però voleva farlo lo stesso, diciamo che era più sicuro.
    Si frugò nelle tasche, ed estrasse un sacchetto, contenente alcuni biscotti comprati al mercato tempo fa. Buffo, era passato un po' di tempo, ma erano ancora croccanti e buoni, con la loro forma ellissoide. Ne prese uno e lo addentò, poi ne prese due dita e li porse ai due.
    Volete? State attenti, che potrebbero essere avvelenati, li offrì con un mezzo sorriso. Benchè fosse piuttosto chiaro che era uno scherzo, magari aveva preso proprio l'unico biscotto non nocivo, chissà...
     
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62 replies since 11/2/2012, 22:38   282 views
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